Spazi di Crescita: la storia di un nuovo inizio per Jorge e la sua famiglia

Quando Jorge racconta la sua storia usa parole semplici e piene di gratitudine: arrivato in Italia dalla Colombia ad aprile 2025, oggi vive in un appartamento accogliente con sua moglie Cindy e i suoi tre figli di 11, 9 e 2 anni, ma fino a pochi mesi fa non sapeva dove avrebbe dormito la notte successiva.

Una fuga necessaria

Jorge e Cindy sono originari di Cartagena, dove avevano una vita stabile: un lavoro, una casa, una famiglia serena. Jorge lavorava nella logistica portuale, mentre Cindy, amministrativa ed esperta di sicurezza sul lavoro, aiutava il fratello nella gestione del ristorante di famiglia.

Poi tutto è cambiato: “Al ristorante sono arrivate due persone a chiedere soldi per continuare a lavorare”. La criminalità locale comincia a pretendere denaro in cambio di “protezione”. Il fratello di Cindy ignora le minacce, ma poi la situazione precipita quando un ragazzo che faceva le consegne viene ucciso. La paura più grande arriva quando Cindy riceve una lettera minatoria con delle foto della scuola frequentata dal figlio maggiore.

“Abbiamo capito che non potevamo più restare, dovevamo andare via. La nostra famiglia era in pericolo”.

Vendono tutto – la casa, la macchina, la moto – e con i risparmi di una vita prendono un volo per l’Italia, spinti dal desiderio di offrire ai loro figli nuove opportunità e dalla convinzione che, con le loro competenze, avrebbero potuto costruirsi un futuro solido. Ma una volta arrivati, la realtà è apparsa dura: “Io e mia moglie siamo professionisti, ma in Italia abbiamo scoperto che non siamo nessuno”.

I primi mesi in Italia

Appena arrivati a Milano, si rivolgono a una chiesa e, tramite la rete solidale della parrocchia, trovano una persona che offre loro ospitalità e un supporto per avviare le pratiche burocratiche per la permanenza in Italia. Fissano l’appuntamento in questura per il permesso di soggiorno, ma la prima disponibilità – nel mese di novembre – è troppo lontana: senza il permesso di soggiorno, infatti, non possono avere un contratto di lavoro e ricominciare davvero una nuova vita. Nel frattempo, per mantenersi, attingono ai loro risparmi che iniziano a diminuire.

Arrivano altri problemi: senza documenti e senza contratto, i vicini cominciano a lamentarsi per la presenza di una famiglia straniera nel condominio. Per dare meno nell’occhio, trascorrono le giornate fuori al parco e rientrano solo la sera per dormire.
Finché un giorno la proprietaria dell’appartamento comunica a Jorge che non possono più restare. Jorge si sente perso, senza via d’uscita. “Eravamo al parco con le valigie. Non sapevo più cosa fare. Abbiamo provato a chiedere ai servizi sociali, ma ci avrebbero diviso. Poi è arrivato Fabrizio, un amico della chiesa. Ci ha trovato, ci ha aiutati. È stato un miracolo.”

Fabrizio è il primo anello di una catena di solidarietà che cambia il destino della famiglia che, grazie al suo intervento, entra in contatto con Spazio Aperto Servizi.
Ci attiviamo immediatamente per trovare una sistemazione e quella sera stessa la famiglia entra in un nostro appartamento di housing sociale, un bilocale disponibile per un paio di mesi. L’appartamento viene allestito velocemente con l’essenziale – materassi, pentole, lenzuola – offrendo alla famiglia un tetto sopra la testa e un po’ di serenità. Una soluzione abitativa d’emergenza, ma che permette loro di tornare a respirare.

Durante l’estate individuiamo un nuovo appartamento, adeguato alle necessità della famiglia in cui si trasferiscono a settembre.

L’incontro con Spazi di Crescita

Grazie al progetto Spazi di Crescita e al supporto della Fondazione Guido Venosta vengono coperti i costi iniziali e acquistati tutti gli arredi – camere da letto, mobili, elettrodomestici, oggetti di uso domestico quotidiano – per rendere l’ambiente accogliente e funzionale.

Quando Jorge vede la casa ha gli occhi lucidi. “Io sono molto credente, sono cristiano. Per me questo è stato un altro miracolo. Sono un professionista e ho delle ambizioni, ma la cosa più importante è la mia famiglia. Non mi interessa il lusso, sono una persona semplice, mi basta l’essenziale. In questa casa c’è tutto quello serve: un tetto, un letto caldo, l’acqua. I miei figli sono al sicuro, non mi serve altro.”

Dalla casa all’autonomia

La casa è solo il primo punto del loro percorso verso l’autonomia che con il nostro supporto prosegue. Grazie al progetto, possiamo garantire alla famiglia un accompagnamento costante. È stato possibile anticipare di due mesi l’appuntamento in questura, permettendo di avviare più rapidamente la procedura per il permesso di soggiorno, i bambini vanno a scuola (il più piccolo inizierà a breve l’asilo nido) e la famiglia ha ottenuto la residenza.
Cindy, in attesa dei documenti definitivi, sta facendo qualche piccolo lavoretto, mentre Jorge si occupa della casa e dei figli: “Mi sveglio presto, preparo la colazione per tutti, accompagno i bambini a scuola, poi faccio le pulizie”.

Continueremo ad accompagnare Jorge e Cindy per dare loro tutti gli strumenti necessari per costruire un futuro più stabile e autodeterminato: dalla conversione della patente di guida alla stesura del curriculum per la ricerca di un lavoro.

Jorge, Cindy e i loro bambini vivono sereni e guardano avanti con fiducia.
Grazie a Spazi di Crescita un intervento nato da un’emergenza si è trasformato in un vero percorso di rinascita.